Mollys Game la vera storia di Molly BloomChi frequenta l’ambiente del gioco d’azzardo avrà probabilmente sentito parlare almeno una volta di Molly Bloom, la bella imprenditrice americana che ha dedicato la sua vita professionale al gioco d’azzardo, da cui ha tratto prima enormi introiti e poi una serie di problemi con la legge che l’hanno portata fino al carcere. La storia del successo di Molly Bloom comincia nel celebre night club The Viper Room, dove la ragazza lavora come cameriera: dopo aver gestito per un breve periodo le partite di poker che si tenevano clandestinamente all’interno del locale, Molly decide di mettersi in proprio e diventa la principale organizzatrice di tornei di poker a Los Angeles.

Ai suoi eventi partecipano personaggi del jet set come Leonardo Di Caprio, Macaulay Culkin, Matt Damon, Tobey Maguire e Ben Affleck, i milioni cominciano a girare nelle tasche dell’imprenditrice e le forze dell’ordine cominciano a monitorare la sua attività. I guai iniziano nel 2010, quando Molly riceve la prima multa per evasione fiscale; da questo momento la sua vita diventa un susseguirsi di accuse di frode, riciclaggio di denaro sporco, estorsione e gioco d’azzardo illegale, fino alla condanna che arriva nel 2013. La donna riesce ad evitare la galera accettando di trascorrere un anno in libertà vigilata e di svolgere 200 ore di servizio civile.

Nel 2017, l’entusiasmante storia di Molly Bloom è stata trasportata sul grande schermo dal regista statunitense Aaron Sorkin, che con il suo “Molly’s Game” ha ottenuto una candidatura agli Oscar e due candidature ai Golden Globe. Protagonista della pellicola è Jessica Chastain, che veste i panni di Molly Bloom ripercorrendone le gesta narrate nella sua autobiografia, intitolata “Molly’s Game: From Hollywood’s Elite to Wall Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker”. Nonostante l’ottima interpretazione dell’attrice protagonista (che ha trascorso molto tempo con la vera Molly Bloom per entrare nel personaggio) e il discreto successo di critica che ha portato il film all’attenzione del pubblico internazionale, al botteghino Molly’s Game non ha ottenuto i risultati sperati, con soli 60 milioni di dollari incassati a fronte dei 30 spesi per le riprese. Anche il cinema, in fin dei conti, può essere considerato una forma di gioco d’azzardo.

Come spesso accade quando il cinema propone sullo schermo una storia vera, non tutti i fatti raccontati dal regista corrispondono ad episodi realmente accaduti. In particolare, tra il film e l’autobiografia emerge una discrepanza che riguarda il motivo per cui la cosiddetta “principessa del poker” ha abbandonato la sua promettente carriera di sportiva per intraprendere la strada del gioco d’azzardo: non è stato un tragico infortunio a infrangere il sogno olimpionico di Molly Bloom, come suggerito da Aaron Sorkin nel suo film, ma piuttosto una scelta consapevole determinata dalle maggiori possibilità offerte dal mondo del gioco d’azzardo. Apprezzabile la scelta cinematografica di introdurre un personaggio fittizio come il “Giocatore X”, incarnazione di varie tipologie di giocatore incontrate da Molly Bloom durante la sua carriera.