Regole machiavelli
I giochi di carte, si sa, non sono mai abbastanza. Molti conoscono i “soliti noti” come il poker, la scopa, la briscola o il burraco eppure ne esistono molti altri, alcuni praticamente sconosciuti. Oggi vogliamo presentarvi il “Machiavelli”. Si tratta di un gioco di carte molto simile alla Scala Quaranta da cui si differenzia per via alcuni punti fondamentali che vedremo di seguito.
- Il primo punto riguarda la mancata necessità di aprire. Ciò è dato dalla possibilità di calare le combinazioni fin dal primo momento, anche quando si ha meno di 40 punti in mano.
- Il secondo punto è che le scale possono continuare su entrambi i lati dell’asso.
- La terza differenza è data dal fatto che il giocatore che deve muovere il turno può riprendere le combinazioni già calate o rimontarle in combinazioni diverse a patto che cali tutte le carte che ha ripreso più una delle sue. In ultimo, il giocatore può pescare solo se non può calare nessuna carta.
Il gioco prende il suo nome dal pensatore politico Niccolò Machiavelli, un uomo capace di straordinarie astuzie e in grado di ribaltare le sorti di una città. Allo stesso modo, il giocatore – pescando nuovamente – può ribaltare le sorti di una partita.
Vediamo ora il funzionamento delle regole. Quando un giocatore “chiude” la partita significa che è rimasto senza carte ed ha quindi vinto. Gli altri giocatori dovranno contare le carte, il cui punteggio è il seguente: 25 punti per il jolly, 11 per gli assi, 10 per le figure e le carte tra il 2 e il 10 valgono tanto quanto il numero sulla carta.
Per giocare è sufficiente avere due mazzi da 52 carte francesi. Il mazziere distribuisce 9 carte per ciascun giocatore e, al termine della distribuzione, viene posto sul tavolo da gioco il tallone, ovvero la restante parte del mazzo da gioco con la prima carta coperta. Ogni giocatore pesca a turno una carta e gioca una combinazione.
Le combinazioni possono essere un tris o una quaterna, vale a dire delle carte dello stesso valore e di semi diversi. Possono essere usate tre carte dal valore pari a rispettivamente di quadri, cuori e picche. Vi è poi la scala che è formata da almeno tre carte consecutive dello stesso seme. Alle combinazioni possono poi essere aggiunte altre carte per produrre delle nuove combinazioni.
Nel Machiavelli vi è poi il Jolly, una carta in grado di assumere ogni valore possibile e ogni seme che serve in quel momento al giocatore. Come detto, il gioco termina quando un giocatore termina le carte e il vincitore sarà colui che ha accumulato la minor quantità di punti durante la partita.
Gli appassionati avranno notato delle analogie abbastanza evidenti con altri giochi di carte più famosi. Tra questi, vi è certamente il Ramino che assomiglia al Machiavelli sia per il calcolo dei punteggi che – in parte – per le regole generali di gioco. Soprattutto, siamo in presenza di due giochi che permettono di modificare le carte che sono state calate sul tavolo e riutilizzarle per produrre nuove combinazioni e proprie combinazioni valide.